Cosa
succede se domani mattina usciamo dall'euro ?
E' la
domanda che ci poniamo tutti da quando Beppe Grillo ed il M5S hanno dichiarato
:
"Fuori dall'euro c'è salvezza, ma il tempo è
scaduto. Riprendiamoci la sovranità monetaria e usciamo dall'incubo del
fallimento per default. Per non finire come la Grecia. Fuori
dall'euro o default. Non ci sono alternative." ( vedi #Fuoridalleuro
)
Lo sport nazionale di dare addosso a Beppe Grillo ed al M5S è ricominciato con nuovi argomenti, prima tutti lo criticavano perché non diceva in modo chiaro che era necessario uscire dall'euro, oggi perché lo dice "non in modo convincente", come scrive il mio amico carissimo Giovanni Zibordi su Cobraf che ringrazio per gli spunti di riflessione interessanti.
Vediamo di
fare un po’ di chiarezza in un tema così delicato e complesso.
Quello che
Beppe Grillo ed il M5S stanno facendo è un percorso che ha diversi obbiettivi :
1 -
spiegare in modo chiaro che la situazione così com'è è drammatica e produrrà un
solo risultato, quello del fallimento per default;
2 -
spiegare in modo altrettanto chiaro perché la situazione è drammatica e che la
causa principale è il fatto che utilizziamo una moneta, l'euro, che non è la
nostra;
3 - cercare
di evitare accuratamente di spandere il panico sull'uscita dall'euro, perché
nessuno sa realmente cosa succederà, e soprattutto non ci sono certezze
matematiche;
4 -
cominciare un discussione, prima del referendum, che costringa tutti a pensare
al come uscire dall'euro ed alle azioni che devono essere messe in campo per
evitare la maggior parte degli eventuali effetti negativi.
Fortunatamente
nessuno sta più criticando Beppe Grillo sui primi due punti e questo è già un suo
primo e grande risultato, essendo riuscito a far passare due concetti chiave
che fino a ieri non erano accettati da tutti :
- se seguitiamo su questa strada
finiremo in default;
- se vogliamo evitare il default
dobbiamo uscire dall'euro.
Vediamo ora
il 3° punto, cioè evitare di sottolineare solo gli aspetti negativi dell'uscita
dall'euro, perché altrimenti si finisce per creare panico e convincere le persone
che è meglio tenersi l'euro.
Innanzi
tutto dobbiamo chiarire un concetto fondamentale, che quando ci sono
cambiamenti così importanti nell'economia, qualcuno ci guadagna e qualcuno ci
rimette, mentre è matematicamente impossibile che tutti ci guadagnino.
Per
semplicità, dividiamo il sistema economico in due grossi gruppi :
A - il
Sistema Finanziario, le Banche, le Multinazionali, l'1% dei cittadini molto
ricchi;
B - lo
Stato, le piccole e medie Aziende ed il 99% dei cittadini che non sono molto
ricchi.
Ogni
analista economico che si rispetti, se vuole cercare di evidenziare i problemi
dell'uscita dall'euro, deve prima di tutto chiarire da che parte sta, se parla
per tutelare gli interessi del gruppo A o del gruppo B, così facciamo
chiarezza.
Ad esempio,
prendiamo alcune delle obbiezioni illustrate da Giovanni Zibordi, cercando di
chiarire chi ci guadagna e chi ci perde con l'uscita dall'euro.
OCCORRERA'
STAMPARE MONETA E TANTA E RICOMPRARE TONNELLATE DI BTP
Se l'Italia
uscirà dall'euro, e la Banca
d'Italia fungesse da prestatore di ultima istanza nel collocamento dei Titoli
di Stato con un tasso quasi zero, può essere che diventi necessario stampare
moneta anche per ricomprarli al 100%, che corrisponde a circa 400 mld di euro
all'anno. Qual è il problema ? Il costo della carta ? L'inflazione ?
Il Giappone
ha deciso che ne stamperà circa 720 mld di euro all'anno tutti gli anni, ed il
mercato finanziario lo ha premiato alzando tutti gli indicatori di borsa, non deve
stampare le banconote su carta perché ormai la moneta è quasi tutta elettronica
e l'inflazione è intorno al 3%, che è sicuramente meglio di quella nulla o
negativa che abbiamo da noi.
Quindi non saremo
costretti a fare come il Giappone, probabilmente ne dovremo stampare di meno
perchè il nostro settore privato è in grado di ricomprarne una parte, ma perché
questo accada, è necessario far capire finalmente di non essere un paese
fallito come siamo oggi.
Quindi la Banca d'Italia dovrà essere
pronta a ricomprarsi tutto il Debito Pubblico, ma probabilmente non sarà
necessario.
E' un problema per il gruppo A ? Certo che lo è, perché i mercati
finanziari e le banche perdono la gallina dalle uova d'oro, che sono i nostri
titoli di stato i quali fruttano loro circa 80-90 mld di euro all'anno.
E' un problema per il gruppo B ? Certo che non lo è, perché lo Stato
guadagna 80-90 mld di euro all'anno di interessi, che può utilizzare
nell'economia reale, abbassando le tasse e finanziando investimenti, per cui
sarebbero certamente maggiori i vantaggi rispetto gli svantaggi.
SVALUTAZIONE
DELLA NUOVA MONETA
Sulla
svalutazione della nuova moneta, tutti provano a sparare cifre a caso che
nessuno potrà mai smentire, per cui c'è chi dice il 20%, chi il 30%, chi
addirittura il 50%, ma nessuno che spieghi mai cosa significa questo per i due
gruppi di cui parlavo prima.
E' un problema per il gruppo A ? Certo che lo è, perché i mercati
finanziari, le banche e soprattutto le persone molto ricche non amano la
svalutazione, perché riduce la loro capacità di acquisto fuori dall'Italia, anche
se hanno sempre la possibilità ed, in parte lo hanno già fatto, di spostare le
loro ricchezze monetarie su altre monete, tra l'altro senza portare i capitali
fuori dall'Italia.
E' un problema per il gruppo B ? Certo che non lo è, perché tutte le
Aziende diventano competitive sui mercati esteri, aumentano le esportazioni, i
cittadini cominciano a comprare prodotti italiani a scapito di quelli
stranieri, aumentano le produzioni interne, la disoccupazione diminuisce,
l'economia riparte, lo Stato comincia ad incassare di più e può permettersi di
ridurre ulteriormente le tasse e di fare investimenti.
Ma nel fare
queste valutazioni su quale sarà la percentuale di svalutazione della nuova
moneta, nessuno riflette sul fatto che essa mette in difficoltà gli altri paesi
del mondo, soprattutto quelli che importano molto da noi come la Germania , i quali avranno
tutto l'interesse di evitare che si svaluti troppo, per cui saranno costretti
ad effettuare politiche monetarie adeguate per evitare che sia troppo alta.
Queste due
spinte contrapposte, la nostra economia che trae vantaggio da una svalutazione
eccessiva, e le economie degli altri paesi che non la vogliono, renderà più
probabile un risultato intermedio pari ad una svalutazione del 20-30%, o
addirittura una minore e più graduale del tipo 5% all'anno per i primi 4-5 anni.
Dice poi Giovanni
Zibordi nel suo articolo : "Ora, le
famiglie normali di lavoratori che spendono e guadagnano in Italia possono
anche ignorare questo crac della nuova valuta rispetto al marco, ma ci sono: 1)
le Banche, 2) Le Aziende con presenza all'estero e 3) la famiglie benestanti
(con qualche milione di euro). Ad esempio su 4 mila miliardi di ricchezza
finanziaria delle famiglie è possibile che 1,00 miliardi si rifugino all'estero
e IN POCHI GIORNI. E molte banche e imprese a dimensione internazionale possono
avere o temere sconquassi e quindi le imprese spostare la liquidità su banche
estere. E le Banche, in conseguenza della fuga di capitali, falliscono tutte o
quasi."
Intanto
conferma anche lui che per il gruppo B non c'è nessun problema, e sono
ampiamente la maggioranza assoluta degli italiani.
Tra i
componenti del gruppo A, le famiglie benestanti hanno già diversificato le
proprie risorse in modo da essere preparati, rimangono le banche nella
malaugurata ipotesi, non provata, di una fuga di capitali all'estero maggiore
di quella che già avviene oggi senza creare particolari problemi.
Ma la fuga
dei capitali dipende anche dalla fiducia che le persone hanno nel Sistema
Italia, ed in prospettiva rischiamo di più proseguendo in questa direzione
fallimentare.
Inoltre non
si tiene conto di due possibilità :
- lo Stato
può stampare denaro e prestarlo alle banche che ne abbiano necessità, a bassi
tassi d'interesse come adesso fa la
BCE , evitando che falliscano;
- se questo
non basta, significa che le banche forse si sono esposte troppo, creando denaro
dal nulla senza adeguate coperture, e allora lo Stato le può e deve nazionalizzare.
Ma questo
non è un problema, visto che dobbiamo ricreare un sistema di banche pubbliche,
come hanno tutti i paesi più industrializzati come la Germania.
CONCLUSIONI
Alla luce
di quanto sopra esposto, riprendiamo le conclusioni negative di GZ, modificandole
per renderle più probabili :
a) Banca
d'Italia dovrà creare centinaia di miliardi di lire all'anno ed usarli per
comprare lei quasi tutti i BTP, al massimo come fa oggi il Giappone, ma non è
un problema;
b) la
svalutazione della nuova moneta potrà essere di circa il 20-30%, ma
probabilmente sarà inferiore e graduale, magari studiando politiche adeguate
perché questo accada;
c) questa
prospettiva non provocherà IL PANICO, ma può generare un aumento dell'attuale fuga
di capitali e difficoltà maggiori per il sistema bancario;
d) il
sistema bancario italiano dovrò essere salvato forse un po’ di più di quello
che già non avviene oggi, ma possono essere messi controlli alle fughe di capitali
e misure per disincentivarli, e questo permetterà di scongiurare la paralisi
totale.
Ma questi
svantaggi sono soprattutto per il gruppo A, mentre il gruppo B che tipo di
conseguenze avrà dall'uscita dall'euro ?
Vediamo
allora di valutare le altre possibili conseguenze dell'uscita dall'euro :
a) la Banca d'Italia compra quasi
tutti i Titoli di Stato stampando moneta propria, quindi il Debito Pubblico non
è più un problema e si risparmiano circa 80-90 mld di euro all'anno di
interessi che attualmente gravano nel bilancio statale;
b) con la
svalutazione ci sarà comunque un aumento delle esportazioni e quindi del PIL,
con un vantaggio sia per lo Stato che per le aziende ed i cittadini;
c) la Pubblica Amministrazione
può saldare i debiti che ha con le Aziende italiane e quindi immettere circa
120 mld di euro nell'economia reale;
d) si può
autorizzare il reddito minimo di cittadinanza per tutti, a fronte magari di un
impegno lavorativo a disposizione della collettività;
e) si
possono diminuire le tasse e favorire investimenti nell'economia reale che
producano un calo degli attuali livelli di disoccupazione;
f) con
l'aumento della quantità di moneta in circolazione, diminuirà notevolmente la
necessità da parte dei cittadini di ricorrere al prestito bancario, che
attualmente costa circa 120 mld di euro all'anno, con la liberazione di
ulteriori risorse per l'economia reale.
Quando
cerchiamo di analizzare uno scenario realistico e di valutare le probabili
conseguenze ( perché niente è sicuro in economia, hai ragione Giovanni ),
dobbiamo
ricordarci di valutare anche le possibili conseguenze positive, non solo quelle
negative, ponendo attenzione e chiarire bene quali saranno i soggetti che le subiranno.
Perchè
altrimenti la gente ascolta questi scenari catastrofici e si convince che è
meglio rimanere nell'euro e conseguentemente rende vano il referendum.
E visto che
siamo d'accordo sul fatto che l'Euro non sta in piedi e che prima o poi si
sgretolerà, è necessario ragionare tutti insieme su come è meglio che ciò
accada.
Sono molte le azioni che un governo responsabile può attuare prima e durante l'uscita dall'euro per ottenere come risultato che il passaggio ad una nuova moneta sia il migliore possibile, e per questo ben vengano
quindi i contributi anche critici di persone esperte come Giovanni Zibordi.
Ma diamo anche
atto del cambiamento culturale e programmatico che Beppe Grillo ed il M5S
stanno facendo, e del grande merito che hanno avuto per aver detto in modo chiaro che l'uscita dall'euro, con la riconquista della nostra sovranità monetaria, è l'unica soluzione per
questo straordinario paese.