martedì 26 gennaio 2016

IL PROBLEMA DELL'INFLAZIONE QUANDO SI CREA MONETA

Nelle discussioni su come fare per uscire dalla crisi economica, quando si prova ad illustrare posizioni critiche nei confronti delle attuali politiche di austerità, chi difende l'attuale sistema economico inevitabilmente tira fuori dal cilindro questa frase ad effetto :

“Non si possono risolvere i problemi stampando moneta perchè questo creerebbe inflazione”

Inevitabilmente si finisce per parlare di realtà lontane nel tempo come la Repubblica di Weimar o distanti nello spazio come lo Zimbawe o l'Argentina, senza rendersi conto che le differenze rispetto alla nostra attuale situazione sono enormi e tali da rendere fuorviante qualsiasi paragone. Anche perchè ci sono altri esempi nel mondo che dimostrano l'esatto contrario, vedi il Giappone che stampa continuamente moneta pur mantenendo una inflazione contenuta.

Cerchiamo allora di analizzare la nostra situazione attuale.

Innanzi tutto in questo momento l'Europa è in deflazione e questo è un problema peggiore dell'inflazione tanto temuta, tant'è che il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea ha fissato come obiettivo ottimale per le politiche monetarie il 2% di inflazione, ma non siamo ancora riusciti ad ottenerlo. Se fosse vero che creare moneta provoca certamente un aumento dell'inflazione, allora è chiaro che il problema della deflazione potrebbe essere certamente risolto in questo modo e non si capisce perchè tanta avversione da parte degli economisti “schierati” a difesa dell'attuale sistema.




In realtà questa soluzione è stata e viene già utilizzata dalla Banca Centrale Europea, attraverso le grandi quantità di moneta creati con i Piani di Rifinanziamento a Lungo Termine (LTRO) e l'attuale Quantitative Easing, ma non hanno prodotto i risultati sperati perchè l'inflazione seguita a rimanere intorno allo 0%. Parliamo di interventi importanti, se solo pensiamo che tutta la quantità di moneta creata dalla BCE, sotto forma di contanti cioè banconote, è stata complessivamente in Europa pari a circa 1.000 mld di euro, mentre l'ammontare degli LTRO ha superato i 1.000 mld di euro ed il Quantitative Easing in corso finirà per superare i 1.500 mld di euro.

La quantità di moneta creata dalla BCE è più che triplicata, ma l'inflazione non si è mossa, perchè in realtà questo enorme afflusso di liquidità è stato destinato esclusivamente al sistema bancario ed ai mercati finanziari, con il risultato abbastanza prevedibile che nell'economia reale non si sono avvertite variazioni di quantità di moneta, anzi … L'unico effetto che si è ottenuto è la crescita dei mercati finanziari che che ormai stanno “finanziarizzando” l'economia reale che è sempre di più in difficoltà ed è costretta ad arrancare per gli alti costi diretti ed indiretti dei finanziamenti in termini di capitali dovuti al meccanismo infernale della moneta a debito.

Quindi, visto che stampare moneta immettendola direttamente nell'economia reale permetterebbe di risolvere la crisi economico e raggiungere facilmente l'obiettivo del 2% di inflazione programmata prevista dai Trattati, perchè non viene fatto subito ? Perchè si scoprirebbe che il reale obiettivo di chi detiene il potere monetario e quindi anche quello economico, è proprio la deflazione, come dichiarato da Monti alla CNN, quando ha ammesso che l'obiettivo delle politiche di austerità era distruggere la domanda interna, con conseguente abbassamento dei prezzi.

Oggi in realtà la quantità di moneta in circolazione è controllata dal sistema bancario che non solo ha la capacità di creare dal nulla il 93% della moneta utilizzata in Europa, ma decide sia la quantità che la sua destinazione, avendo per questo un ruolo sicuramente più importante della BCE nelle politiche monetaria.

Se vogliamo fare un ragionamento serio e corretto sul rapporto che c'è tra quantità di moneta in circolazione in un sistema economico ed inflazione, è necessario fare una premessa.

La quantità ottimale di moneta necessaria al funzionamento corretto di un sistema economico è proporzionale alla quantità di beni e servizi prodotta, e l'indicatore che evidenzia questo rapporto è proprio l'inflazione : se in un dato momento c'è deflazione significa che la quantità di moneta in circolazione è scarsa ed è necessario aumentarlo, mentre se c'è inflazione eccessiva significa che la quantità di moneta in circolazione è eccessiva.


Questo concetto risulta perfettamente chiaro quando analizziamo come funzionava lo Stato Italiano prima del divorzio tra il Ministero del Tesoro e la Banca d'Italia nel 1981, quando la Banca d'Italia era completamente pubblica e sotto il controllo dello Stato, che poteva imporre l'acquisto dei Titoli di Stato rimasti invenduti durante il collocamento sui mercati finanziari attraverso la creazione di nuovo denaro. Questo meccanismo permetteva allo Stato Italiano di decidere il tasso di interesse dei propri Titoli di Stato ed evitare i ricatti dei mercati finanziari, che hanno sempre avuto tutto l'interesse ad acquistarli con il tasso più alto possibile.

In questo modo raggiungeva due obiettivi :
- gli interessi pagati sui Titoli di Stato comprati dalla Banca d'Italia ritornavano allo Stato, per cui il relativo debito pubblico non era un problema ed avrebbe potuto benissimo essere annullato con un operazione di “consolidamento”;
- poteva controllare la quantità di moneta in circolazione perchè aumentando gli interessi sui Titoli emessi, una parte della moneta in circolazione stata dirottata all'acquisto di questi titoli, mentre riducendo gli interessi sui Titoli emessi, costringeva Banca d'Italia a creare nuova moneta dal nulla, aumentando la moneta in circolazione.

Con questo sistema lo Stato aveva la possibilità reale di controllare la quantità di moneta in circolazione proprio attraverso il controllo dell'inflazione.

In conclusione la quantità ottimale di moneta in circolazione deve essere correlata alla quantità di beni e servizi prodotti, e se l'obiettivo è produrre l'aumento del PIL sono si può prescindere da un aumento del denaro immesso nell'economia dallo Stato, creandolo dal nulla e senza debito per finanziare direttamente l'economia reale e la capacità di spesa dei cittadini.

Oggi lo Stato non è più in grado di decidere l'inflazione nel proprio sistema economico perchè non è più in grado di fare politiche monetarie, controllando e decidendo la quantità ottimale di moneta in circolazione, avendo ceduto la propria sovranità monetaria a soggetti privati che la esercitano nell'interesse di pochi privilegiati e non certo per il benessere della maggior parte dei cittadini.

Ma questo è un altro discorso, l'importante è non farsi fuorviare con lo spauracchio dell'inflazione quando si cerca di proporre ed utilizzare la semplice stampa di nuova moneta per risolvere i problemi che abbiamo attualmente.