Le banconote sono una moneta a debito
di Stefano_Di_Francesco e Fabio_Conditi
Attualmente il
nostro sistema economico in Italia, utilizza tre tipi di moneta :
- moneta metallica,
che è una moneta emessa dallo Stato e di proprietà dello Stato, per una quantità
pari allo 0,3% del totale;
- banconote della BCE, che sono
emesse dalla BCE e di sua proprietà, per una quantità pari al 6,7% del totale;
- moneta bancaria, creata dalla
banche commerciali e di proprietà di queste in virtù dell'art.1834 del c.c., almeno fino a che non viene ritirata in
contanti, per una quantità pari al 93% del totale.
Le monete metalliche sono l'unica moneta legale a "credito", cioè senza debito, perché la loro emissione da parte dello Stato, non comporta aumento del Debito Pubblico e non richiede il pagamento di un interesse, anzi costituiscono denaro utilizzabile senza alcun costo, se non quello di realizzazione.
Le banconote,
invece, sono una moneta legale a "debito", perché emesse dalla Banca
Centrale Europea e prestate, ad interesse quasi nullo, solo al sistema
bancario; lo Stato, se ha bisogno di denaro, è costretto ad emettere Titoli di
Debito sui mercati finanziari, sui quali deve pagare continuamente un
interesse che genera un Debito Pubblico
inestinguibile.
A queste due monete
si affianca la moneta bancaria, che è denaro creato dal nulla dalle
banche quando fanno prestiti (Quarterly
bulletin 2014 Bank of England), e che quindi è
anch'essa moneta a "debito",
visto che per utilizzarla è necessario pagare continuamente un
interesse, che contribuisce ad aumentare il Debito Pubblico e Privato.
Cerchiamo ora di
capire la relazione che intercorre tra queste tre monete, analizzando come sono
nate e con quali obiettivi, in modo da comprendere come si sono evolute e
come possono essere trasformate perché funzionino meglio, visto che stiamo
assistendo alla progressiva eliminazione dei contanti, per un utilizzo sempre
più massiccio della moneta bancaria o elettronica.
Le monete metalliche,
originariamente coniate in metallo prezioso, ma oggi in metalli non pregiati, sono da sempre l'unica moneta
"sovrana", perchè legata all'unico soggetto che storicamente ne ha
determinato e ne determina la validità, con l'accettazione per il pagamento
delle tasse :
il Sovrano o lo Stato.
Le banconote
nacquero inizialmente per iniziativa degli orafi privati, che nel trecento
inventarono le "note di banco", cioè delle ricevute di
deposito delle monete d'oro presso di loro, che si diffusero così velocemente
da sostituire nello scambio le monete d'oro vere e proprie.
Ma il salto di
qualità avvenne con le prime Banche Centrali, quando i sovrani dell'epoca,
diedero loro la possibilità di emettere "biglietti" chiamati "banconote",
con la effige del sovrano, che affiancarono e sostituirono le monete d'oro
negli scambi commerciali.
Questo sistema è rimasto invariato fino ad oggi, nonostante non ci siano
più monete d'oro ma solo monete in metalli senza valore intrinseco; ciò ha permesso alle Banche Centrali del mondo di emettere
banconote in quantità molto superiori alle monete metalliche nazionali.
Ma in realtà, la
banconota aveva valore, proprio perché
la Banca Centrale emittente, dichiarava
per iscritto sulla banconota stessa, che essa era "Pagabile a vista al
portatore", cioè si impegnava a cambiarla in qualunque momento in monete
metalliche di Stato.
Questo lo si può
riscontrare in molte banconote di tutto il mondo, tra cui le
banconote in lire della Banca d'Italia, sulle quali era presente questa dicitura,
con in calce la firma del Governatore e del
Cassiere, che non si riferiva, come molti pensano, alla convertibilità in oro,
ma alla possibilità di cambiarle in monete di Stato.
La conferma di questo fatto, è
presente nella Legge n.449 del 10 agosto 1893, che istituisce la Banca
d'Italia, dove l'articolo n.3 dice espressamente : "I possessori dei
biglietti a vista al portatore hanno diritto a chiederne all'istituto emittente
il cambio in moneta metallica avente corso legale nel Regno, in Roma e nelle
città di Bari, Bologna, Cagliari, ecc...", e per moneta a corso legale a
quel tempo si intendevano sia le monete in oro ed argento, che quelle in bronzo
o in altre leghe non pregiate.
Quindi, in definitiva, le
banconote hanno sempre avuto valore perché la Banca Centrale Nazionale, che le
emetteva, dichiarava in modo diretto o indiretto, di poterle cambiare in moneta
di Stato, e così avviene anche oggi, anche se le banconote emesse dalla Banca
Centrale Europea non hanno più quella scritta.
Per questa ragione, dopo la
loro emissione, le banconote vengono
dalle Banche Centrali iscritte nel proprio bilancio tra le passività, perché esse
corrispondono ad un debito della banca verso i possessori delle banconote, che
deve essere "corrisposto" in moneta di Stato.
Quindi si assiste oggi ad una contraddizione, da una parte le banconote seguitano ad essere una moneta emessa dalla Banca Centrale Europea iscrivendola al passivo, come fossero ancora una promessa di pagamento in monete a corso legale, dall'altro essendo scomparsa la scritta "Pagabile a vista al portatore"
Questo fatto
avvalora sempre di più l'affermazione che lo Stato ha ancora la propria
sovranità monetaria sull'unica e vera moneta a corso legale, che è la moneta di
Stato o metallica, la quale però essendo più
scomoda da usare, è stata sostituita nella maggior parte degli utilizzi di
contanti, dalle banconote emesse dalle Banca Centrale Nazionale prima ed
Europea poi.
Considerato che
attualmente si assiste alla eliminazione progressiva dei contanti a favore
della moneta bancaria o elettronica, garantita però da una riserva obbligatoria
in contanti depositata presso la Banca d’Italia a garanzia dei depositi
bancari, si potrebbe ipotizzare di eliminare le banconote a favore delle monete
metalliche nazionali, che si deteriorano più difficilmente ed hanno il grande
vantaggio di essere una moneta a "credito" e non a
"debito", la cui emissione non comporta aumento del Debito Pubblico
ed il pagamento di un interesse.
In questo modo, lo
Stato tornerebbe ad esercitare la propria sovranità monetaria, con un
sistema di banche pubbliche nazionali e regionali, che utilizzando come base
monetaria monete metalliche di grande valore emesse a credito dallo Stato e
garantite dal patrimonio pubblico, potrebbe gestire e controllare anche la
moneta bancaria, la quale, come abbiamo visto, è già oggi quella maggiormente utilizzata
negli scambi economici e si appresta a diventarlo
sempre di più.
In alternativa, si potrebbe
pensare di sostituire tutta la moneta che utilizziamo, con una moneta
elettronica sovrana, che oggi la tecnologia ci permette di realizzare a bassi
costi e con elevatissimi standard di sicurezza, creata e gestita da una
Istituzione trasparente e democratica di proprietà dello Stato, che sarebbe
l'unica in grado di creare denaro dal nulla.
Le banche commerciali tornerebbero
così a svolgere la loro antica funzione, ovvero quella di prestare ai privati il
denaro raccolto, sia presso i clienti sottoforma di depositi, sia il denaro
preso in prestito dall'Istituzione pubblica che lo crea secondo le necessità
del sistema economico.