giovedì 9 giugno 2016

ESEMPI DI CONTABILITA' BANCARIA

La moneta bancaria è un numero elettronico all'interno di un conto corrente bancario, che rappresenta il debito della banca nei confronti del cliente intestatario del conto.
Questo perché l'art.1834 del nostro Codice Civile recita : "Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, … a richiesta del depositante, …”.
Risulta fondamentale distinguere quindi la moneta legale rappresentata dai contanti, banconote e monete metalliche, dalla moneta bancaria, che non è una vera e proprio moneta, anche se ha valore legale ed è accettata da tutti, ma che in realtà è solo una "promessa di pagamento in contanti".

Ne consegue che la contabilizzazione di questi due tipi di moneta segue regole diverse :
1) i contanti depositati in banca diventano di proprietà della banca, che quindi li deve iscrivere all'attivo del bilancio della banca perché aumentano il suo patrimonio;
2) la moneta bancaria, invece, essendo una promessa di restituzione in contanti, è un debito della banca nei confronti del cliente intestatario del c/c (conto corrente) e quindi va iscritta al passivo del bilancio della banca.
Vediamo con due semplici esempi come funziona la cantabilità bancaria nel suo bilancio.

Esempio n.1
Il Cliente "1" deposita 1.000 €. in contanti nel suo c/c nella Banca "A"
BILANCIO BANCA "A"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Contanti (proprietà della banca)
1.000 €.
Saldo c/c del cliente "1"
Apparentemente sembra che ci sia stato un raddoppio della moneta in circolazione, visto che esiste il contante di proprietà della banca (che può essere utilizzato per acquistare beni) e la moneta elettronica per il cliente (anch'essa utilizzabile per acquistare beni).
Ma la banca, dovendo mantenere la sua promessa di restituzione in contanti, deve tenere quei soldi a disposizione per questa eventualità. Infatti se il cliente "1" andasse in banca a prelevare in contanti, la banca dovrebbe restituire i contanti ricevuti, azzerando il suo attivo, ma dovrebbe anche azzerare il suo passivo perché non avrebbe più il debito con il cliente.
Supponiamo ora che la Banca "A" utilizzi il contante depositato da "1" per costituire una riserva di contanti presso la Banca d'Italia, che viene utilizzata per i pagamenti interbancari, per cui avremo che nell'attivo della Banca "A" la voce "Contanti" viene sostituita da "Riserve".
BILANCIO BANCA "A"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Riserve (presso Banca d'Italia)
1.000 €.
Saldo c/c del cliente "1"
Il Cliente "1" fa ora un assegno di 1.000 €. a favore di "2" che ha il c/c nella Banca "B".
BILANCIO BANCA "A"
Attivo
Passivo
0 €.
Riserve (presso Banca d'Italia)
0 €.
Saldo c/c del cliente "1"
BILANCIO BANCA "B"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Riserve da "A"
1.000 €.
Saldo c/c del cliente "2"
La Banca "A" ha azzerato il suo debito nei confronti del cliente "1", trasferendolo alla Banca "B", ma ha dovuto trasferire alla Banca "B" anche le sue riserve presso la Banca d'Italia, altrimenti la Banca "B" non accetterebbe di ricevere solo un debito, cioè la moneta bancaria.
Un altro modo di "sistemare" la contabilità tra le due banche, è quello che la Banca "B" faccia un prestito alla Banca "A" sul Mercato Interbancario, per cui la Banca "B" ha un credito nei confronti della Banca "A", che può mettere nel suo attivo. Corrispondentemente la Banca "A" azzera il deposito del Cliente "1" ed iscrive nel suo passivo un debito verso la Banca "B".
Vediamo cosa succede in questo caso quando il Cliente "1" fa assegno di 1.000 €. a favore di "2".
BILANCIO BANCA "A"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Riserve (presso la Banca d'Italia)
0 €.
Saldo c/c del cliente "1"


1.000 €.
Debito verso la Banca "B"
BILANCIO BANCA "B"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Credito verso la Banca "A"
1.000 €.
Saldo c/c del cliente "2"

Esempio n.2
Supponiamo ora che il cliente "1", non abbia i contanti come nell'esempio n.1, ma debba comunque pagare a "2" 1.000 €., per cui li chiede in prestito alla Banca "A".
La Banca "A" gli concede il prestito di 1.000 €., ma gli fa firmare un Contratto di Prestito con garanzie, in cui il cliente "1" si impegna a restituirglieli in un anno con gli interessi del 10%, pari a 100 €.
BILANCIO BANCA "A"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Contratto di Prestito da "1"
1.000 €.
Saldo c/c del cliente "1"
La Banca "A" ha potuto creare un nuovo saldo di 1.000 €. sul c/c di "1" perché è garantita sempre da "1" che ha firmato un Contratto in cui promette di restituire il capitale più gli interessi.
A questo punto il cliente "1" può pagare con un bonifico bancario di 1.000 €. intestato a "2" che ha il c/c presso la Banca "B". Anche in questo caso, la Banca "B" iscrive nel suo attivo il credito verso la Banca "A", mentre la Banca "A" azzera il deposito del cliente "1"  ed iscrive nel suo passivo un debito verso la Banca "B".
BILANCIO BANCA "A"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Contratto di Prestito da "1"
0 €.
Saldo c/c del cliente "1"


1.000 €.
Debito verso la Banca "B"
BILANCIO BANCA "B"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Credito verso la Banca "A"
1.000 €.
Saldo c/c del cliente "2"
La Banca "A" ha di nuovo azzerato il suo debito nei confronti del cliente "1", trasferendolo alla Banca "B", ma ha dovuto indebitarsi con la Banca "B", oppure avrebbe potuto trasferire alla Banca "B" le sue riserve presso la Banca d'Italia.
Durante l'anno, il Cliente "1" guadagna 1.100 €. in contanti e li deposita sul suo c/c prima della scadenza per la restituzione del prestito.
BILANCIO BANCA "A"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Contratto di Prestito da "1"
1.100 €.
Saldo c/c del cliente "1"
1.100 €.
Contanti (proprietà della banca)
1.000 €.
Debito verso la Banca "B"
BILANCIO BANCA "B"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Credito verso la Banca "A"
1.000 €.
Saldo c/c del cliente "2"
Alla scadenza per la restituzione del prestito, nella Banca "A", succedono due cose :
1) la Banca preleva 100 €. in contanti dal suo attivo (che corrispondono agli interessi sul prestito erogato al cliente "1"), cancellando anche 100 €. dal c/c di "1", e li mette nel suo conto economico come guadagno, su cui pagherà le tasse, detratti i costi sostenuti;
BILANCIO BANCA "A"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Contratto di Prestito da "1"
1.000 €.
Saldo c/c del cliente "1"
1.000 €.
Contanti (proprietà della banca)
1.000 €.
Debito verso la Banca "B"
2) la Banca cancella il Contratto di Prestito dal suo attivo e cala di 1.000 €. il saldo del c/c di "1".
BILANCIO BANCA "A"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Contratto di Prestito da "1"
0 €.
Saldo c/c del cliente "1"
1.000 €.
Contanti (proprietà della banca)
1.000 €.
Debito verso la Banca "B"
Supponiamo ora che nella Banca "B", il cliente "2" chiede di ritirare i soldi in contanti.
La Banca "B" non avendo soldi contanti nel suo attivo, li chiede in prestito alla Banca d'Italia che glieli concede nell'ambito dell'Emergency Liquidity Assistance, facendosi pagare un interesse che ora è addirittura 0% o negativo.
BILANCIO BANCA "B"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Credito verso la Banca "A"
1.000 €.
Saldo c/c del cliente "2"
1.000 €.
Contanti (forniti da Banca d'Italia)
1.000 €.
Debito verso Banca d'Italia
A questo punto la Banca "B" ha la liquidità sufficiente a onorare la promessa di pagamento in contanti costituita dal saldo di c/c di "2", per cui glieli consegna azzerando questo saldo.
BILANCIO BANCA "B"
Attivo
Passivo
1.000 €.
Credito verso la Banca "A"
0 €.
Saldo c/c del cliente "2"
1.000 €.
Contanti (forniti da Banca d'Italia)
1.000 €.
Debito verso Banca d'Italia

Conclusioni
La Banca quando fa un prestito, crea moneta bancaria dal nulla, che in realtà non è una vera e propria moneta, ma è solo una promessa di pagamento in contanti che può creare perché garantita dalla promessa di restituzione del prestito con gli interessi da parte del cliente.
La Banca può farlo perché sono poche le persone che chiedono di cambiare la moneta bancaria in contanti, e per quei pochi riesce ad onorare la promessa utilizzando la sua "cassa" o facendosi prestare liquidità dalla Banca Centrale (Emergency Liquidity Assistance).
Quando il prestito viene restituito, la moneta bancaria creata dal nulla viene azzerata insieme alla eliminazione del Contratto di Prestito che l'aveva generata.
In questo modo la banca non si appropria del valore della moneta bancaria che crea (che non è moneta vera ma solo una promessa), ma incamera solo gli interessi sui quali ovviamente deve pagare le tasse, detratti tutti i costi sostenuti.
La soluzione, proposta da alcuni economisti, di mettere i depositi all'attivo è un assurdo cantabile, perché il deposito rimane sempre un debito della banca nei confronti del cliente. Inoltre permettere alle banche di pagare le tasse sulla moneta che creano, significa regalare loro il valore della moneta creata, al netto di costi e tasse.
In sostanza sarebbe come se, per combattere un truffatore che emette cambiali senza avere adeguate garanzie e che per questo è a rischio fallimento, gli si permettesse di stampare banconote vere come fosse una Banca Centrale, per potergli far pagare il 20% di tasse.

Paragone con un garage
Per comprendere meglio il funzionamento di una banca, possiamo paragonarla ad un garage di auto, dove le auto depositate dai clienti, equivalenti ai contanti, diventano di proprietà del garage, perchè la legge glielo permette, vedi art.1834 del c.c.
In cambio il gestore del garage rilascia una “ricevuta di deposito”, equivalente al conto corrente della banca, nella quale scrive quante auto si obbliga a restituire uguali a quelle depositate dal cliente, ma solo quando gliele richiederà.
Nell’attivo del bilancio del garage, il gestore dovrà mettere le auto che ha ricevuto, visto che ne diventa proprietario, mentre nel passivo metterà le “ricevute di deposito”, perchè rappresentano un debito nei confronti dei clienti (la restituzione della proprietà dell'auto).
Supponiamo che un garage riceva 10 auto in deposito, delle quali per legge diventa proprietario rilasciando 10 "ricevute di deposito", dove promette di restituire le auto a richiesta, ma si accorge che non vengono quasi mai richieste.
Decide allora di emettere altre 100 "ricevute di deposito", garantite dalle poche auto che ha, contando sul fatto che, per tutte le ricevute emesse, non gli verranno richieste più di 10 auto contemporaneamente.
Le aziende che ricevono le 100 ricevute sono disponibili a pagare come interesse il 10% all'anno, che equivale a 10 auto in un anno, ma sono soddisfatte perché, nonostante non ritirino quasi mai le auto per utilizzarle, in realtà quando ne hanno bisogno ne trovano sempre una disponibile.
Inoltre le "ricevute di deposito" possono essere scambiate tra le aziende come fossero un'auto e risultano più comode.
Quando alla scadenza le aziende restituiscono le 100 “ricevute di deposito” e 10 auto come interesse, il garage straccerà le ricevute che gli sono state restituite, perchè non hanno alcun valore per lui, e si terrà le macchina come interesse.
Nel caso in cui l'azienda restituisca, come interesse, 10 "ricevute di deposito" di un altro garage, non cambia niente, perché il 1° gestore potrà andare da chi ha emesso questa ricevuta per farsi dare 10 auto.
In definitiva, il ricavo del garage sono solamente le auto ricevute come interesse, sulle quali, detratti i costi sostenuti, dovrà pagare le tasse.
Il garage non ha creato nuove auto, ma solo promesse di fornire un'auto a richiesta, facendosi pagare un "interesse", e con questo sistema può guadagnare auto senza averne (utilizzando quelle di chi le lascia in deposito per il fatto che diventano di sua proprietà).
Allo stesso modo la banca non crea nuovo contante, ma solo promesse di fornire contante a richiesta, facendosi pagare un "interesse", e con questo sistema può guadagnare contanti, cioè denaro, senza averne (utilizzando quello di chi lo lascia in deposito, per il fatto che diventa di sua proprietà, art.1834 del c.c.).