lunedì 3 novembre 2014

COSA SUCCEDE SE USCIAMO DALL'EURO ?


Cosa succede se domani mattina usciamo dall'euro ?
E' la domanda che ci poniamo tutti da quando Beppe Grillo ed il M5S hanno dichiarato :
"Fuori dall'euro c'è salvezza, ma il tempo è scaduto. Riprendiamoci la sovranità monetaria e usciamo dall'incubo del fallimento per default. Per non finire come la Grecia. Fuori dall'euro o default. Non ci sono alternative." ( vedi #Fuoridalleuro )

Lo sport nazionale di dare addosso a Beppe Grillo ed al M5S è ricominciato con nuovi argomenti, prima tutti lo criticavano perché non diceva in modo chiaro che era necessario uscire dall'euro, oggi perché lo dice "non in modo convincente", come scrive il mio amico carissimo Giovanni Zibordi su Cobraf che ringrazio per gli spunti di riflessione interessanti.
Vediamo di fare un po’ di chiarezza in un tema così delicato e complesso.
Quello che Beppe Grillo ed il M5S stanno facendo è un percorso che ha diversi obbiettivi :
1 - spiegare in modo chiaro che la situazione così com'è è drammatica e produrrà un solo risultato, quello del fallimento per default;
2 - spiegare in modo altrettanto chiaro perché la situazione è drammatica e che la causa principale è il fatto che utilizziamo una moneta, l'euro, che non è la nostra;
3 - cercare di evitare accuratamente di spandere il panico sull'uscita dall'euro, perché nessuno sa realmente cosa succederà, e soprattutto non ci sono certezze matematiche;
4 - cominciare un discussione, prima del referendum, che costringa tutti a pensare al come uscire dall'euro ed alle azioni che devono essere messe in campo per evitare la maggior parte degli eventuali effetti negativi.
Fortunatamente nessuno sta più criticando Beppe Grillo sui primi due punti e questo è già un suo primo e grande risultato, essendo riuscito a far passare due concetti chiave che fino a ieri non erano accettati da tutti :
- se seguitiamo su questa strada finiremo in default;
- se vogliamo evitare il default dobbiamo uscire dall'euro.
Vediamo ora il 3° punto, cioè evitare di sottolineare solo gli aspetti negativi dell'uscita dall'euro, perché altrimenti si finisce per creare panico e convincere le persone che è meglio tenersi l'euro.
Innanzi tutto dobbiamo chiarire un concetto fondamentale, che quando ci sono cambiamenti così importanti nell'economia, qualcuno ci guadagna e qualcuno ci rimette, mentre è matematicamente impossibile che tutti ci guadagnino.
Per semplicità, dividiamo il sistema economico in due grossi gruppi :
A - il Sistema Finanziario, le Banche, le Multinazionali, l'1% dei cittadini molto ricchi;
B - lo Stato, le piccole e medie Aziende ed il 99% dei cittadini che non sono molto ricchi.
Ogni analista economico che si rispetti, se vuole cercare di evidenziare i problemi dell'uscita dall'euro, deve prima di tutto chiarire da che parte sta, se parla per tutelare gli interessi del gruppo A o del gruppo B, così facciamo chiarezza.
Ad esempio, prendiamo alcune delle obbiezioni illustrate da Giovanni Zibordi, cercando di chiarire chi ci guadagna e chi ci perde con l'uscita dall'euro.

OCCORRERA' STAMPARE MONETA E TANTA E RICOMPRARE TONNELLATE DI BTP
Se l'Italia uscirà dall'euro, e la Banca d'Italia fungesse da prestatore di ultima istanza nel collocamento dei Titoli di Stato con un tasso quasi zero, può essere che diventi necessario stampare moneta anche per ricomprarli al 100%, che corrisponde a circa 400 mld di euro all'anno. Qual è il problema ? Il costo della carta ? L'inflazione ?
Il Giappone ha deciso che ne stamperà circa 720 mld di euro all'anno tutti gli anni, ed il mercato finanziario lo ha premiato alzando tutti gli indicatori di borsa, non deve stampare le banconote su carta perché ormai la moneta è quasi tutta elettronica e l'inflazione è intorno al 3%, che è sicuramente meglio di quella nulla o negativa che abbiamo da noi.
Quindi non saremo costretti a fare come il Giappone, probabilmente ne dovremo stampare di meno perchè il nostro settore privato è in grado di ricomprarne una parte, ma perché questo accada, è necessario far capire finalmente di non essere un paese fallito come siamo oggi.
Quindi la Banca d'Italia dovrà essere pronta a ricomprarsi tutto il Debito Pubblico, ma probabilmente non sarà necessario.
E' un problema per il gruppo A ? Certo che lo è, perché i mercati finanziari e le banche perdono la gallina dalle uova d'oro, che sono i nostri titoli di stato i quali fruttano loro circa 80-90 mld di euro all'anno.
E' un problema per il gruppo B ? Certo che non lo è, perché lo Stato guadagna 80-90 mld di euro all'anno di interessi, che può utilizzare nell'economia reale, abbassando le tasse e finanziando investimenti, per cui sarebbero certamente maggiori i vantaggi rispetto gli svantaggi.  

SVALUTAZIONE DELLA NUOVA MONETA
Sulla svalutazione della nuova moneta, tutti provano a sparare cifre a caso che nessuno potrà mai smentire, per cui c'è chi dice il 20%, chi il 30%, chi addirittura il 50%, ma nessuno che spieghi mai cosa significa questo per i due gruppi di cui parlavo prima.
E' un problema per il gruppo A ? Certo che lo è, perché i mercati finanziari, le banche e soprattutto le persone molto ricche non amano la svalutazione, perché riduce la loro capacità di acquisto fuori dall'Italia, anche se hanno sempre la possibilità ed, in parte lo hanno già fatto, di spostare le loro ricchezze monetarie su altre monete, tra l'altro senza portare i capitali fuori dall'Italia.
E' un problema per il gruppo B ? Certo che non lo è, perché tutte le Aziende diventano competitive sui mercati esteri, aumentano le esportazioni, i cittadini cominciano a comprare prodotti italiani a scapito di quelli stranieri, aumentano le produzioni interne, la disoccupazione diminuisce, l'economia riparte, lo Stato comincia ad incassare di più e può permettersi di ridurre ulteriormente le tasse e di fare investimenti.
Ma nel fare queste valutazioni su quale sarà la percentuale di svalutazione della nuova moneta, nessuno riflette sul fatto che essa mette in difficoltà gli altri paesi del mondo, soprattutto quelli che importano molto da noi come la Germania, i quali avranno tutto l'interesse di evitare che si svaluti troppo, per cui saranno costretti ad effettuare politiche monetarie adeguate per evitare che sia troppo alta.
Queste due spinte contrapposte, la nostra economia che trae vantaggio da una svalutazione eccessiva, e le economie degli altri paesi che non la vogliono, renderà più probabile un risultato intermedio pari ad una svalutazione del 20-30%, o addirittura una minore e più graduale del tipo 5% all'anno per i primi 4-5 anni.
Dice poi Giovanni Zibordi nel suo articolo : "Ora, le famiglie normali di lavoratori che spendono e guadagnano in Italia possono anche ignorare questo crac della nuova valuta rispetto al marco, ma ci sono: 1) le Banche, 2) Le Aziende con presenza all'estero e 3) la famiglie benestanti (con qualche milione di euro). Ad esempio su 4 mila miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie è possibile che 1,00 miliardi si rifugino all'estero e IN POCHI GIORNI. E molte banche e imprese a dimensione internazionale possono avere o temere sconquassi e quindi le imprese spostare la liquidità su banche estere. E le Banche, in conseguenza della fuga di capitali, falliscono tutte o quasi."
Intanto conferma anche lui che per il gruppo B non c'è nessun problema, e sono ampiamente la maggioranza assoluta degli italiani.
Tra i componenti del gruppo A, le famiglie benestanti hanno già diversificato le proprie risorse in modo da essere preparati, rimangono le banche nella malaugurata ipotesi, non provata, di una fuga di capitali all'estero maggiore di quella che già avviene oggi senza creare particolari problemi.
Ma la fuga dei capitali dipende anche dalla fiducia che le persone hanno nel Sistema Italia, ed in prospettiva rischiamo di più proseguendo in questa direzione fallimentare.
Inoltre non si tiene conto di due possibilità :
- lo Stato può stampare denaro e prestarlo alle banche che ne abbiano necessità, a bassi tassi d'interesse come adesso fa la BCE, evitando che falliscano;
- se questo non basta, significa che le banche forse si sono esposte troppo, creando denaro dal nulla senza adeguate coperture, e allora lo Stato le può e deve nazionalizzare.
Ma questo non è un problema, visto che dobbiamo ricreare un sistema di banche pubbliche, come hanno tutti i paesi più industrializzati come la Germania.

CONCLUSIONI
Alla luce di quanto sopra esposto, riprendiamo le conclusioni negative di GZ, modificandole per renderle più probabili :
a) Banca d'Italia dovrà creare centinaia di miliardi di lire all'anno ed usarli per comprare lei quasi tutti i BTP, al massimo come fa oggi il Giappone, ma non è un problema;
b) la svalutazione della nuova moneta potrà essere di circa il 20-30%, ma probabilmente sarà inferiore e graduale, magari studiando politiche adeguate perché questo accada;
c) questa prospettiva non provocherà IL PANICO, ma può generare un aumento dell'attuale fuga di capitali e difficoltà maggiori per il sistema bancario;
d) il sistema bancario italiano dovrò essere salvato forse un po’ di più di quello che già non avviene oggi, ma possono essere messi controlli alle fughe di capitali e misure per disincentivarli, e questo permetterà di scongiurare la paralisi totale.
Ma questi svantaggi sono soprattutto per il gruppo A, mentre il gruppo B che tipo di conseguenze avrà dall'uscita dall'euro ?
Vediamo allora di valutare le altre possibili conseguenze dell'uscita dall'euro :
a) la Banca d'Italia compra quasi tutti i Titoli di Stato stampando moneta propria, quindi il Debito Pubblico non è più un problema e si risparmiano circa 80-90 mld di euro all'anno di interessi che attualmente gravano nel bilancio statale;
b) con la svalutazione ci sarà comunque un aumento delle esportazioni e quindi del PIL, con un vantaggio sia per lo Stato che per le aziende ed i cittadini;
c) la Pubblica Amministrazione può saldare i debiti che ha con le Aziende italiane e quindi immettere circa 120 mld di euro nell'economia reale;
d) si può autorizzare il reddito minimo di cittadinanza per tutti, a fronte magari di un impegno lavorativo a disposizione della collettività;
e) si possono diminuire le tasse e favorire investimenti nell'economia reale che producano un calo degli attuali livelli di disoccupazione;
f) con l'aumento della quantità di moneta in circolazione, diminuirà notevolmente la necessità da parte dei cittadini di ricorrere al prestito bancario, che attualmente costa circa 120 mld di euro all'anno, con la liberazione di ulteriori risorse per l'economia reale.
Quando cerchiamo di analizzare uno scenario realistico e di valutare le probabili conseguenze ( perché niente è sicuro in economia, hai ragione Giovanni ), 
dobbiamo ricordarci di valutare anche le possibili conseguenze positive, non solo quelle negative, ponendo attenzione e chiarire bene quali saranno i soggetti che le subiranno.
Perchè altrimenti la gente ascolta questi scenari catastrofici e si convince che è meglio rimanere nell'euro e conseguentemente rende vano il referendum.
E visto che siamo d'accordo sul fatto che l'Euro non sta in piedi e che prima o poi si sgretolerà, è necessario ragionare tutti insieme su come è meglio che ciò accada.
Sono molte le azioni che un governo responsabile può attuare prima e durante l'uscita dall'euro per ottenere come risultato che il passaggio ad una nuova moneta sia il migliore possibile, e per questo ben vengano quindi i contributi anche critici di persone esperte come Giovanni Zibordi.
Ma diamo anche atto del cambiamento culturale e programmatico che Beppe Grillo ed il M5S stanno facendo, e del grande merito che hanno avuto per aver detto in modo chiaro che l'uscita dall'euro, con la riconquista della nostra sovranità monetaria, è l'unica soluzione per questo straordinario paese.