venerdì 24 ottobre 2014

POST SU #FUORIDALLEURO : QUANTO CI COSTA L'EURO

Abbiamo ripreso il post pubblicato su www.beppegrillo.it in data 21 ottobre 2014, inserendo delle spiegazioni in corsivo corredate da immagini, che hanno l'obbiettivo di cercare di spiegare i concetti espressi, nella speranza di esserci riusciti.
Ovviamente rappresentano la nostra opinione e non quella dell'autore originario.


#Fuoridalleuro: quanto ci costa l'euro
post su www.beppegrillo.it del 21 ottobre 2014

Gli interessi sul debito pubblico stanno ammazzando il Paese e smantellando lo Stato Sociale. Gli interessi passivi annui sul debito pubblico sono destinati ad aumentare e a raggiungere quota 100 miliardi nel 2015. Dai 78 miliardi pagati dallo Stato per finanziare il proprio debito nel 2011 si passa agli 89 nel 2012 per salire ai 95 nel 2013 e per arrivare a quota 99,808 nel 2015. Negli ultimi 30 anni l'Italia ha pagato 3.100 miliardi di interessi sul debito, una mostruosità.

     Se guardiamo il periodo che va dal 1982 al 2012, si può vedere in questo 30 anni, la spesa complessiva per interessi è più del doppio dell'incremento di Debito Pubblico avuto dall'Italia ( 3.000 mld di euro contro 1.400 mld di euro ).
     Quindi se il Debito Pubblico è meno del 50% degli interessi pagati negli ultimi 30 anni, ciò significa che se gli interessi pagati fossero stati meno della metà, il Debito Pubblico sarebbe calato anziché cresciuto.
      Se vogliamo capire come si forma il debito pubblico, dobbiamo fare una premessa : tutta le banconote che usiamo lo Stato le prende in prestito, emettendo Titoli di Stato che vengono collocati sul mercato finanziario e sui quali grava un interesse, che per l'Italia è molto più alto della Germania ( il famoso Spread, che è appunto la differenza tra gli interessi pagati dall'Italia e quelli pagati dalla Germania ).


     Le banconote in euro, visto che i Trattati vietano di prestarle agli Stati, sono prestate ad interessi quasi 0% solo a banche private e pubbliche, che li utilizzano per comprare Titoli di Stato,  lucrando sugli interessi.
     Questo perché lo Stato :
- dal 1981 non decide più il tasso d'interesse, perchè la Banca d'Italia non  fa più da prestatore di ultima istanza, acquistando i Titoli invenduti;
- dal 1992 non possiede più una Banca Pubblica che possa ricevere prestiti dalla BCE, e fare il prestatore di ultima istanza, come fanno adesso KFW in Germania e BPI in Francia.
      L'Italia è uno Stato tra i più virtuosi al mondo, come bilancio primario, cioè senza considerare gli interessi, ed il Debito Pubblico non è stato causato dagli sprechi, dalla corruzione o dall'evasione fiscale, ma dagli interessi eccessivi pagati ai Mercati Finanziari, proprio perché sono stati eliminati tutti gli strumenti di controllo degli interessi sui Titoli di Stato.

     Ma vediamo ora come si forma il Debito Pubblico, anche in uno Stato virtuoso, con il bilancio sempre in pareggio ed inflazione sempre zero.
     Supponiamo che nel 1946 l'Italia non ha soldi ed abbia bisogno di 100 md di euro per la sua economia tutti gli anni, per cui emette Titoli di Stato tutti gli anni al 5% di interesse.
Il 1° anno il debito è 100 mld,
il 2° anno è 105 mld, … , il 10° anno 155 mld, … , ma il 68° anno, cioè nel 2014, il debito è diventato  pari a 2628 mld di euro, con soli 100 mld di euro dati ad uno Stato sempre virtuoso.
      Questo perché se gli interessi vengono pagati ad un soggetto privato, essi rappresentano un costo per lo Stato e fanno aumentare il Debito Pubblico, mentre se sono pagati ad un soggetto pubblico, non gravano sul bilancio e sul Debito Pubblico.  




I miliardi che lo Stato destina al pagamento degli interessi sul debito sono sottratti ai servizi primari dei cittadini: pensioni, sanità, ammortizzatori sociali, istruzione, risorse per le PMI. Con l'euro il debito pubblico non potrà che continuare a crescere e gli interessi ad aumentare fino a quando lo Stato Sociale italiano non sarà completamente smantellato e diventerà un guscio vuoto. Un corpo spolpato dalla BCE.
Il debito pubblico va ridenominato in una nuova moneta associata al valore della nostra economia. Pagheremo quindi meno interessi sul debito. Lo Stato ricomincerebbe ad utilizzare il suo avanzo primario di cui già dispone (al netto degli interessi sul debito) per finanziare attività e welfare. Con l'Italia fuori dall'euro, le PMI italiane potranno tornare nuovamente competitive e l'occupazione in crescita e gli investitori stranieri finanzieranno comunque il nostro debito che sarà sostenibile e onorabile.

     Con la nuova moneta, non più emessa dalla BCE ma da una Banca d'Italia di proprietà dello Stato, i Titoli di Stato sarebbero acquistati prevalentemente dalla Banca d'Italia.
     In questo modo gli interessi pagati, oltre che essere decisamente più bassi, rientrano come attivo nel bilancio dello Stato.
     In questo modo i problemi legati al Debito Pubblico scompaiono e l'Italia risparmia ogni anno circa 80-90 mld di euro che può investire nell'economia reale o in detassazione.








        Fuori dall'euro c'è salvezza, ma il tempo è scaduto. Riprendiamoci la sovranità monetaria e usciamo dall'incubo del fallimento per default. Per non finire come la Grecia. Fuori dall'euro o default. Non ci sono alternative.